“Un gran bel romanzo, soprattutto perché si riscontra una profonda felicità nell’averlo scritto: felicità che si trasmette al lettore. Un libro godibile e nello stesso tempo – un piccolo miracolo – un romanzo impegnato, o come si usava dire una volta, un romanzo di impegno civile, che è fatto di equivoci, di persone che scompaiono e ricompaiono, di amori fugaci, di incontri, ma i cui protagonisti si occupano di una materia di cui non si parla mai nei romanzi italiani: la politica.”
Andrea Camilleri, Il Sole24 Ore
“Un intreccio esilarante, con colpi di scena che oscillano fra Pirandello e Dario Fo.”
Chiara Valentini, L’Espresso
“Andò ci riconsegna la possibilità di una letteratura nutrita di pensiero, nel segno di una riunione fra pensiero e denuncia.”
Valerio Magrelli, La Repubblica
“Avviene in un delicato passaggio il trauma linguistico che risolve e vale l’intero romanzo. Il filosofo presunto pazzo non balbetta, parla. E lo fa usando una lingua desueta per la politica”
Paolo Fallai, Il Corriere della Sera
“L’ambizione di Roberto Andò è di offrirci il grande romanzo contemporaneo sulla inafferrabile politica italiana di questi anni.
È riuscito Andò nel suo intento? In buona parte sì.”
Filippo la Porta, Il Messaggero
“Un romanzo forse straordinario, certamente inatteso e di goduriosa lettura”
Angelo Guglielmi, Tuttolibri – La Stampa
“Se ha scelto la politica per riflettere sui livelli di massima adulterazione della contemporaneità, Andò non poteva fare meglio. Con esiti di vera bravura”
Massimo Onofri, L’Avvenire Continua a leggere