“Gambe in spalla” dalla mostra al libro

PRESENTAZIONE DEL VOLUME
ROBERTO BARNI – GAMBE IN SPALLA
Firenze, Biblioteca degli Uffizi, piazzale degli Uffizi
Mercoledì 23 aprile 2008, ore 17

Mercoledì 23 aprile, alle ore 17 presso la Biblioteca degli Uffizi, sarà presentato il volume Gambe in spalla, edito da GLI ORI, realizzato in occasione della grande mostra che Firenze ha dedicato all’artista Roberto Barni. A parlarne saranno: Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Alberto Boatto, critico d’arte e Lóránd Hegyi, direttore del Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne Métropole.

Gambe in spalla ha coinvolto, dal 25 giugno al 30 ottobre 2007, vari luoghi della città: il Giardino di Boboli, Piazza Pitti, Piazza della Repubblica e il Loggiato degli Uffizi con grandi sculture in bronzo, il Museo Archeologico con una serie di piccoli bronzi, tre grandi sculture e alcuni disegni, ed infine nell’affascinante spazio delle Pagliere, dipinti di grande formato, tutti inediti.

Il libro documenta, attraverso numerose immagini ambientate, tutte le opere che Roberto Barni ha realizzato per questa fatica fiorentina. Numerosi sono i saggi che approfondiscono il lavoro dell’artista: da L’Homo Viator di Alberto Boatto, al Teatro assente, I viandanti di Roberto Barni di Lóránd Hegyi, a Conversazione con Roberto Barni di Gianni Pozzi e Gambe in spalla di Maurizio Vanni. Ad introdurre il volume un breve testo scritto dall’artista stesso.

Roberto Barni è uno tra i protagonisti indiscussi dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi. Ciò che colpisce soprattutto nel suo lavoro è la spiccata originalità dell’iconografia delle sue figure, sia nei dipinti che nelle sculture: sono figure umane che l’artista indaga nelle sue diverse e molteplici sfaccettature. L’uomo perde qui il privilegio dell’individualità per diventare uomo comune, anonimo, che si perde nella folla delle grandi metropoli: raddoppia, prolifica, si moltiplica in altrettanti cloni che creano concatenazioni, sovrapposizioni e sequenze. Le figure di Barni si presentano quasi sempre in cammino. “Per quanto uno possa sforzarsi di immaginare figure diverse di viaggiatori – scrive l’artista – il viaggiatore per eccellenza resta il pedone, colui che fa un passo dopo l’altro, ed è il principale testimone del dinamismo… per il pittore, e lo scultore soprattutto, vale a dire quanto resiste dell’albero tradizionale delle arti, la silhouette dell’uomo in cammino rappresenta l’immagine incontrovertibile del viaggio…”.
E le creature di Barni si trovano spesso in situazioni di equilibrio precario. Nella scultura sfida il senso di staticità, il vuoto, la vertigine, con i suoi personaggi apparentemente impegnati in azioni contrastanti, animati da una grande tensione. Nel Giardino di Boboli e nelle piazze di Firenze erano collocate sculture di grandi dimensioni che si mescolavano con la gente, si appoggiavano concretamente sul suolo, senza un piedistallo, in rapporto diretto con la durezza del terreno e il flusso del pubblico che attraversava la città. Gruppi di figure umane, essenziali quanto basta per essere riconosciute come uomini, spesso caratterizzate dal rosso dell’abito e dall’oro dei volti che gli conferivano una certa ieraticità. Gambe in spalla, titolo della mostra, riprende quello di una delle sculture esposte, è un monito ad andare avanti: la strada da percorrere è ancora lunga. Un titolo che rispecchia quell’ironia che contraddistingue le opere dell’artista.

Nel Museo Archeologico la scultura trovava invece una dimensione più contenuta. Una serie di piccoli bronzi, s’inserivano nel percorso espositivo del museo, a volte all’interno delle teche, confondendosi con i preziosi reperti della ricca collezione. Solo tre, le opere di grande formato: Motus, Remar contro e Passione. Nel corridoio tra il primo e il secondo piano trovavano spazio anche dodici disegni a testimoniare l’importanza della pratica del disegno nel lavoro di Barni.

Nel suggestivo spazio delle Pagliere, I passi mettono i rami, ultimo capitolo di questa grande mostra, la pittura divideva lo spazio con la scultura. Tele di grande formato, tutte inedite, dove si ritrovano i colori delle sculture: grandi campiture rosse sulle quali spiccano figure nere. Qui non avevamo solo l’uomo comune, anonimo delle grandi metropoli, che caratterizza le sculture, qui le immagini erano quelle di foreste, di alberi scarni o antropormofizzati che assumevano posizioni apparentemente innaturali. “Una foresta può apparire di traverso – dichiara l’artista – la bidimensionalità può suggerire il volume. Una forma può crescere e svilupparsi in ogni direzione verso l’animale o il vegetale. La scultura impone il suo volume ma può crescere indipendentemente dal suolo in tutto lo spazio. La pittura si pone davanti come una barriera che può ignorare tutte le convenzioni di alto e di basso. Le sue immagini praticano l’ambiguità e possono trovare ovunque un punto d’appoggio e di definizione anche quando sembrano essere in transito sulla superficie della tela”.
Fanno da contraltare alle pitture, quattro sculture: NSC, Instabile, Noi e Scherzo dove l’artista si divertiva a sorprendere il visitatore.

Gambe in spalla è stato realizzato con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Polo Museale Fiorentino, della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato, della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze.

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