Le aste di giugno da Pandolfini

Casa d’Aste Pandolfini
ASTE GIUGNO 2009

Palazzo Ramirez-Montalvo
Borgo degli Albizi 26, Firenze

ASTE
Martedi 9 giugno, ore  16
Orologi da polso e tasca
Mercoledì 10 giugno, ore 16
Argenti, gioielli
Giovedì 11 giugno, ore 15,30
Dipinti antichi
Porcellane e ceramiche dai secc. XVIII al XX, ore 17
Arredi, oggetti d’arte e mobili antichi, ore 18

ESPOSIZIONE
da giovedì 4 a lunedì 8 giugno 2009
orario: 10-13 e 14-19

La casa d’Aste Pandolfini propone per il mese di giugno 2009 tre giorni di vendita, suddivisi in due cataloghi. Si inizierà martedì 9 giugno con la dispersione di una collezione di circa 200 orologi da polso, tra cui spiccano 180 Rolex databili tra gli anni ’30 e gli anni ’90 – imperdibile appuntamento per gli amatori del settore – seguita mercoledì 10 dalla vendita di Argenti e gioielli, mentre nell’ultimo giorno di vendita, giovedì 11 giugno, andranno in asta un bel nucleo di porcellane dal XVIII al XX, arredi, mobili e dipinti antichi.


Per quanto riguarda la giornata del 10 giugno dedicata agli argenti e gioielli, in asta si evidenziano una coppia di candelieri, che recano il punzone di un saggiatore della Zecca di Venezia non ancora identificato, del secolo XVIII, con base, a sezione triangolare cesellata a volute e incisa entro riserve sagomate con iscrizioni, poggiante su tre piedi a zampa animale, fusto a balaustro con nodo centrale ornato da tre teste di cherubini sbalzate a tutto tondo, coppa reggi candela cesellata a motivi fogliacei e coronata da elemento circolare in argento dorato modellato a tralcio vegetale (stima 4.800/5.200 euro). In questa sezione, è di particolare pregio un Tankard, Londra, 1749, argentiere John Wirgman, con corpo decorato da monogramma inciso, coperchio a cupola e presa a doppia voluta (stima 1.500/1.800 euro) ed una rara placchetta in marmo rosa di Verona a cui è applicata una silouhette in argento raffigurante figura maschile con alloro dell’argentiere romano Pietro Belli (stima 2.400-2.800 euro).

Nella sezione dedicata ai gioielli, di circa 250 lotti, segnaliamo un gruppo di spille della fine del sec. XIX, in oro rosa, argento, diamanti di taglio vecchio e rose, che nascono come elemento centrale di un diadema, ciascuno dei quali è stato poi riadattato a spilla. Del gruppo fanno parte una grande spilla, fine sec. XIX, in oro rosa, argento, diamanti di taglio vecchio e rose, modellata come un mazzo di mughetti e rose con una grande pansè al centro, trattenuto all’estremità da un nastro, gli steli realizzati in lamine filiformi in oro rosso, le corolle ed il nastro in argento traforato, ciascuna decorata da diamanti di taglio cuscino e da rosette, il diamante che decora il petalo centrale della pansè è di ct 2 circa (stima 5.000-6.000 euro), e una coppia di spille della fine del sec. XIX, in oro rosa, argento, diamanti di taglio vecchio e rose, lavorate come il lotto precedente (stima 4.000-6.000 euro ).

Per quanto riguarda la vendita degli arredi che si svolgerà l’11 giugno, troviamo un nucleo di circa 80 lotti tra porcellane e ceramiche dal XVIII al XX sec. Un folto gruppo è rappresentato dalle porcellane delle più importanti manifatture tedesche e francesi, Meissen e Sévres. Di particolare pregio e finezza esecutiva sono tre orologi soprammobili, del secolo XVIII, realizzati in bronzo dorato con statuine in porcellana.
Ancora dalla commistione di bronzi con porcellane nasce la coppia di candelabri, sempre del secolo XVIII, caratterizzati da due statuine di porcellana di Meissen, raffiguranti dei contadinelli (stima 4.500/5.500 euro). Alle stesse manifatture appartiene anche il lotto di tazzine e tazze da puerpera, in porcellana policroma, e la coppia di saliere modellate a gentiluomo e gentildonna, sdraiati e affiancati da due valve (stima 1.800 /2.200 euro).
Estremamente raffinato è il gruppo in bisquit bianco della manifattura di Sévres, del XIX secolo, raffigurante La nascita di Bacco (stima 7.500/8.500 euro) come il bel gruppo in bisquit attribuito a Filippo Tagliolini (1745 – 1809), raffigurante Il trionfo di Bacco e Sileno (stima 10.000/20.000 euro).
Fra gli oggetti d’arte spicca la coppia di placchette in avorio scolpito a putti con strumenti musicali e animali, attribuite a maestranze fiamminghe del XVIII secolo (stima 6.000/8.000 euro) mentre alla scuola romana del XVII-XVIII, appartiene la scultura in bisquit con La carità romana (stima 12.000 /16.000 euro).

La ceramica del Novecento è rappresentata da esemplari significativi delle manifatture Cantagalli, Lenci, Chini, Melandri, Nonni e Ponti. Della produzione Cantagalli è in asta un grande centrotavola della fine del XIX secolo (stima 8.000/10.000 euro) mentre di Lenci troviamo due gruppi di Giovanni Grande, raffiguranti rispettivamente Susanna e i Vecchioni e Don Chisciotte e Sancio Pancha, del 1929, e la scultura Nudo con lenzuolo, del 1929 di Gigi Chessa, stimate rispettivamente 12.000/15.000 euro, 9.000/11.000 euro e 9.000/11.000 euro.
Della manifattura Chini abbiamo due vasi della produzione Arte della Ceramica, databili entrambi ai primi anni del Novecento (stime 8.000/10.000 euro e 6.000/7.000 euro).
Indubbiamente interessanti per i collezionisti del settore sono le opere di Melandri, dalla scultura Angelo (stima 11.000/14.000 euro) a un vaso degli anni Quaranta (stima 6.000/7.000 euro), come anche la scultura Danzatrice in rosso degli anni Venti, realizzata nella manifattura La Faïence di Paolo Zoli e Pietro Melandri (stima 10.000/12.000 euro). Di Giò Ponti troviamo un delizioso piatto del ciclo Venatoria raffigurante Il trasporto del daino (stima 10.000/12.000 euro) e il gruppo Le tre grazie, produzione Ponti-Melotti della manifattura San Cristoforo (stima 7.000/9.000 euro).

Nella sezione dedicata gli arredi vediamo un bel gruppo di tappeti e un importante arazzo Aubusson del sec. XVII, raffigurante paesaggi fantastico con edifici, (stima 15.000-20.000 euro) e tra i mobili segnaliamo otto seggioloni, Firenze, inizi sec. XVIII, in noce intagliato e lumeggiato oro, alta spalliera sagomata, gambe anteriori intagliate a volute e desinenti a zoccolo equino stilizzato, posteriori a sciabola, riunite da traversa sagomata, ricoperti in cotone operato a fondo rosso (stima 6.000 /9.000 euro). Mentre per i dipinti antichi evidenziamo di Santi di Tito (Borgo San Sepolcro 1536? – Firenze 1603) uno splendido olio su tavola con Ritratto di Gentildonna (stima 25.000/30.000 euro).

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