Casa d’Aste Pandolfini
Firenze, Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo degli Albizi 26

Martedì 28 ottobre 2014

Asta
90 Anni di Aste

Importanti maioliche rinascimentali, ore 17
Capolavori da collezioni italiane, ore 19
Un capolavoro di Tissot in Italia, a seguire

Esposizione:
da giovedì 23 a lunedì 27 ottobre – orario 10 – 13 e 14 – 19

La Casa d’Aste Pandolfini compie 90 anni. Un traguardo importante per una casa d’aste italiana e il direttore Pietro De Bernardi, pronipote del fondatore Luigi Pandolfini, lo festeggerà il 28 ottobre, insieme a tutto il suo staff, con una giornata di vendita molto particolare. Una giornata che vuole presentare il meglio di ogni dipartimento della casa d’aste, dai Dipinti Antichi all’Arte Moderna e Contemporanea, dall’Archeologia all’Arte dell’Estremo Oriente e alle Maioliche, dagli Argenti e Gioielli alle Arti decorative del XX secolo.

C’è imbarazzo nello scegliere cosa anticipare tra i circa novanta lotti che saranno esposti e battuti a Palazzo Ramirez Montalvo, ciò nonostante è obbligo porre l’attenzione su un inedito vaso decorativo ad anfora in terracotta invetriata in azzurro ceruleo di Giovanni della Robbia. Al centro del corpo reca, su di una sola faccia, lo stemma mediceo sul quale si riscontrano ancora lievi tracce di doratura sui gigli e rosso sulle otto palle, tracce che permettono di riferirlo a un ramo particolarmente importante della famiglia.

Poi un seducente e affabile altorilievo in stucco dipinto e dorato di Lorenzo Ghiberti e bottega, databile al 1420 ca. che raffigura una Madonna col Bambino protetto dal manto.

Quindi uno splendido bronzo del periodo milanese di Medardo Rosso, quell’Aetas – Aurea in cui ritrae la moglie che abbraccia loro figlio e il bellissimo Bianco e Nero di Alberto Burri, del 1952, proveniente dalle prestigiose collezioni Jucker e d’Alessandro, segno tangibile del modus operandi che l’artista svilupperà nella serie dei sacchi.


Ancora un incredibile mobile bar del 1950 in mogano firmato da Osvaldo Borsani con Lucio Fontana, che apre una finestra sui gusti dell’alta borghesia milanese di quegli anni, nelle cui decorazioni, un artista come Fontana mette in pratica tutta la sua progettualità di scultore.

Segue un Vaso cinese della dinastia Qing, marchio Qianlong, in porcellana a fondo giallo con “decoro segreto” su cui s’intrecciano, con eccellente qualità pittorica e in ricca policromia, fiori, ramages, simboli taoisti, buddisti e “gli oggetti preziosi”.

    

Ricordiamo anche una grande scultura di Moro in legno ebanizzato con inserti in avorio dipinto; il gruppo in marmo, singolare per il soggetto più consueto alla pittura, Agar e Ismaele di Lodovico Caselli; Santa Elisabetta e un’ancella, una matita rossa di Pellegrino Tibaldi; l’olio si tela di Jacopo Vignali Il ritrovamento di Mosè; una collana in oro bianco, platino e diamanti con parte centrale composta da due clips amovibili eseguita intorno alla metà degli anni ’50 da Cartier, la maison d’haute joaillerie per eccellenza; una coppia di coppe in argento vermeil alte quasi settanta centimetri dell’argentiere Robert Garrard II.
Molte delle opere in catalogo hanno importanti provenienze quali la collezione Rotschild, Rueff, Adda, Beit, Spitzer, ecc.

Un catalogo a parte sarà dedicato a una sorprendente Collezione di Importanti Maioliche Rinascimentali: una settantina di maioliche italiane prevalentemente del XVI secolo, istoriate, decorate a grottesche o con stemmi araldici, provenienti dalle botteghe di Urbino, Gubbio, Faenza, Deruta, Castel Durante, Montelupo e Venezia. Tra i mastri decoratori segnaliamo i nomi di Xanto Avelli, Nicola di Gabriele Sbraghe, Francesco Durantino, Mastro Domenico, Mastro Giorgio. Uno dei pezzi più di rilevo è un piatto con stemma araldico e decoro a grottesche datato 1524.

Catalogo dedicato, diversamente non poteva essere, anche alla bellissima tela del maestro francese J. J.Tissot intitolata The Rivals, eseguita nel 1878-1879 e acquistata nei primi anni del ‘900 da Paolo Ingegnoli, un collezionista illuminato guidato da un gusto internazionale.

Tre cataloghi che nell’insieme formano un corpus di opere la cui scelta definisce come la Casa d’Aste Pandolfini interpreti l’evoluzione del mercato dell’arte, oggi particolarmente difficile da leggere.

Esposizione e asta saranno precedute il 22 ottobre da una conversazione sul “Collezionismo negli ultimi novant’anni” tra Alvar Gonzáles Palacios e Nicola Spinosa, moderata da Fausto Calderai, che avrà luogo anch’essa nelle sale di Palazzo Ramirez Montalvo.

Casa d’Aste Pandolfini
Palazzo Ramirez Montalvo
Borgo degli Albizi 26, 50122 Firenze
Tel. 055 2340888 – Fax 055 2444343
www.pandolfini.it – info@pandolfini.it

Ufficio stampa: Davis & Franceschini
Piazza Santa Maria in Campo 1, 50122 Firenze
Tel. 055 2347273 – Fax 055 2347361
www.davisefranceschini.it – davis.franceschini@dada.it

 

Pandolfini 1924 – 2014

Il Cavalier Luigi Pandolfini, sin dal 1924, possiede un negozio di mobili a Firenze e saltuariamente vi organizza delle vendite all’asta. Sono aste bandite in una sola giornata, dopo una breve esposizione e senza la pubblicazione di alcun catalogo. Ma già alla fine degli anni Trenta si tiene una prima importante vendita: quella della collezione di villa Marten a Settignano, che propone tutti oggetti di grande valore artistico. Da allora le aste si fanno sempre più frequenti e Luigi Pandolfini e i suoi collaboratori, il figlio Cirano e il nipote Sergio, si ritrovarono ben presto in grado di inventariare ed allestire vendite all’incanto di merci fra le più svariate.

Alla fine del conflitto mondiale la popolazione toscana è stremata, molte delle antiche famiglie fiorentine, per risollevare le proprie sorti, sono costrette a privarsi dei beni risparmiati dai bombardamenti e i saccheggi. E le vendite all’asta appaiono, in quel momento, il mezzo più veloce di realizzo.

Da allora i Pandolfini si ritrovano con sempre maggiore frequenza a stimare, catalogare e porre in vendita oggetti di volta in volta più importanti e nel 1954 scelgono una nuova sede per la Casa d’Aste, il Palazzo Ramirez Montalvo di Borgo degli Albizi, con la precisa volontà di ampliare la clientela, garantire locali più consoni all’esposizione di opere d’arte, distinguendosi per la vendita di oggetti di particolare prestigio e valore artistico. Contemporaneamente vengono stampati cataloghi di vendita per ogni asta, in cui gli oggetti sono descritti con sempre maggiore cura ed attenzione, e l’esposizione prima dell’asta si prolunga in più giornate permettendo così ai clienti di verificare con attenzione la qualità e le condizioni degli oggetti presentati.

Le vendite di quegli anni provengono in larga parte da successioni, eredità giacenti e proprietà private; nel dicembre del 1972 Pandolfini vende all’asta l’arredamento delle ville “Papiniano”, a San Domenico di Fiesole (Firenze), e “il Tasso” all’Isola d’Elba, entrambe provenienti dall’eredità giacente di Mr. Hugh Sartorius Withaker, uno dei molti stranieri che, stabilitosi in Toscana negli anni Cinquanta, aveva raccolto nel corso della sua permanenza opere d’arte e arredi di pregevole valore. Da ricordare in quel periodo anche la vendita dei beni provenienti dall’eredità giacente della Contessa Margit Berchtold che ai tradizionali settori trattati da Pandolfini, mobili antichi e dipinti, aggiunse anche una notevole collezione di arte moderna e un’importante raccolta di oggettistica cinese, indiana e nepalese in corallo e pietre dure. Un altro settore sperimentato da Pandolfini in questi anni è quello delle ceramiche, terrecotte e porcellane. Risale al 1979 la prima importante vendita riguardante una “eccezionale raccolta di Maioliche Liguri, Italiane e francesi, Porcellane Europee e Orientali dei sec. XVIII e XIX”.

Gli anni Ottanta segnano una fase di grande espansione per la Casa d’Aste, grazie anche al positivo andamento del mercato in quel periodo; aumentano le vendite nei diversi settori del collezionismo nonché una costante crescita di commissioni e di clientela privata. Ma la stagione più importante per Pandolfini iniziera nell’ottobre 1983 con la vendita degli arredi della villa Querceto di Firenze e della tenuta di Vigarano Mainarda di Ferrara, appartenenti all’eredità giacente del Marchese Uberto Strozzi Sacrati. Le vendite dell’eredità Strozzi proseguiranno l’anno successivo, insieme a quelle dei beni appartenenti alla tutela della Contessa Tamara De Larderel, nata Rucellai. Tra i suoi beni compare un gruppo consistente di argenti che sarà posto all’asta nel febbraio del 1985.

Da questa esperienza si inizieranno ad avere le prime commissioni di vendita riguardanti vetri ed argenti che saranno presto accompagnate da quelle di gioielli. Il grande evento del 1989 fu la vendita degli arredi del palazzo di Firenze appartenente alla eredità giacenti del marchese Uberto Strozzi Sacrati.  L’asta fu organizzata in quattro giornate e il nome della collezione cui appartenevano e la certezza della provenienza garantirono alla vendita uno straordinario successo, con un totale di aggiudicazioni pari a circa 4 miliardi delle vecchie lire.

Alla metà degli anni Novanta il mercato si fa sempre più competitivo, ma Pandolfini riesce a tenere il passo. Negli ultimi dieci anni ha organizzato alcune fra le più importanti aste italiane, come la vendita eseguita per la famiglia Antinori Buturlin, la collezione di Dino Gavina, la Collezione Liverani, gli arredi della Villa Medicea di Lappeggi e gli arredi del Palazzo della Gherardesca a Firenze. Si tratta di aste che hanno fatto registrare record a livello italiano per molti artisti e che hanno raggiunto percentuali di vendita molto superiori al 100% delle stime. Da ricordare anche l’asta Antonio, Fosco e Grato Maraini, memorie di una famiglia e la vendita di dipinti, arredi ed oggetti provenienti dalla casa torinese di Carlo Fruttero.

Con molto lavoro e, perchè no, un po’ di fortuna, Pandolfini può oggi dirsi pienamente soddisfatta. Oggi la società conta su  quasi  30 collaboratori divisi fra le sedi di Firenze, Milano e Roma. I dipartimenti coprono tutti i settori del mercato dell’arte, dai dipinti antichi a quelli del secolo XIX, dai gioielli ai mobili antichi e alle opere dell’arte orientale. Organizza più di 20 sessioni d’asta tematiche all’anno, coprendo settori che un tempo erano prerogativa delle sole realtà internazionali, come i vini da collezione o i reperti archeologici.