Il passo sospeso. Esplorazioni del limite

Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Il passo sospeso. Esplorazioni del limite
a cura di Alessandro Romanini
Lucca, Complesso monumentale di San Micheletto, Centro storico, Mura
24 giugno – 3 settembre 2017

Inaugurazione:
venerdì 23 giugno 2017, ore 18

Si apre a Lucca, sabato 24 giugno 2017, Il passo sospeso. Esplorazioni del limite, una mostra a cura di Alessandro Romanini, che si terrà nella sede della Fondazione Ragghianti, in alcuni luoghi del centro storico e sulle mura della città (fino al 3 settembre 2017). L’esposizione rientra nel programma di iniziative realizzate in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Carlo Ludovico Ragghianti, promosse dalla Fondazione a lui intitolata.

Opere di
Marina Abramovic, Gustavo Aceves, Bas Jan Ader, Roberto Barni, Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, Enrico Castellani, Sandro Chia, Michelangelo Consani, Leone Contini, Vittorio Corsini, Gino De Dominicis, Aron Demetz, Giuseppe Donnaloia, Mario Fallini, Roberto Fanari, Davide Ferrario, Lucio Fontana, Luca Gaddini, Peter Greenaway, Emilio Isgrò, William Kentridge, Joseph Kosuth, Markus Lüpertz, Piero Manzoni, Marisa Merz, Igor Mitoraj, Jonathan Monk, Alexey Morosov, Luigi Ontani, Orlan, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Massimiliano Pelletti, Marc Quinn, Enrique Ramirez, Bernardí Roig, Wael Shawky, Santiago Sierra, Giuseppe Uncini, Sophia Vari, Massimo Vitali, Guido van der Werve, Kan Yasuda

Il concetto di limite, confine, frontiera, drammaticamente attuale al centro della cronaca, è indagato non soltanto nelle sue declinazioni geografiche, ma anche culturali, antropologiche, filosofiche, espressive, linguistiche e socio-politiche, attraverso le opere di 44 artisti, da figure storiche (Lucio Fontana, Piero Manzoni, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Giuseppe Uncini, Igor Mitoraj) a protagonisti internazionali della contemporaneità (William Kentridge, Marc Quinn, Giulio Paolini, Enrico Castellani, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Roberto Barni, Marina Abramovic, Vittorio Corsini, Peter Greenaway, Joseph Kosuth, Santiago Sierra), fino all’ultima generazione creativa italiana e straniera, tutti accomunati da un’approfondita riflessione sul tema in questione (Michelangelo Consani, Leone Contini, Wael Shawky, Enrique Ramirez, Guido Van der Werve).

Il “passo sospeso” cui si riferisce il titolo è l’atto di colui che sta per attraversare una linea di confine (materiale o immateriale) che separa un territorio noto da uno sconosciuto, con tutti i timori e i pericoli che comporta, ma anche le aspettative e le progettualità. L’esposizione oltrepassa i confini del complesso monumentale di San Micheletto, sede della Fondazione Ragghianti, per irradiarsi nel centro storico e sulle mura di Lucca. Ed è proprio dalla secolare cerchia muraria, che caratterizza la morfologia urbana della città, che nasce l’idea della mostra. Vero e proprio limes, le mura sono state un confine fisico e simbolico, da un lato hanno svolto un ruolo di protezione, dall’altro hanno permesso e incoraggiato lo sviluppo di relazioni internazionali e di transiti in un senso e nell’altro.

Come afferma il direttore Paolo Bolpagni, «con questa mostra la Fondazione Ragghianti diviene un propulsore culturale, fuoriuscendo dai propri confini per creare un dialogo tra la città, i suoi luoghi storici e i linguaggi contemporanei. Allo stesso tempo l’esposizione rappresenta un omaggio al legame di Ragghianti con Lucca».

IL PASSO SOSPESO. ESPLORAZIONI DEL LIMITE – FONDAZIONE RAGGHIANTI
All’interno della Fondazione Ragghianti il tema viene affrontato nei suoi aspetti piu ‘strutturali’, affrancandosi dalla dimensione documentaria e della spettacolarizzazione della sofferenza, attraverso opere multidisciplinari accomunate da nuclei tematici e abbinate a un complesso di elementi testuali. Le opere d’arte dialogano con i libri per amplificare lo sviluppo di possibili narrazioni, nonché di viaggi percettivi ulteriori per lo spettatore.

In un’epoca come la nostra, all’insegna della geolocalizzazione tecnologica, non poteva mancare un’indagine sul concetto di mappa e carta geografica, con opere di artisti come Alighiero Boetti, vero e proprio pioniere delle dinamiche transculturali, affiancato dalle mappe parzialmente cancellate e rivelatrici di verità sotterranee di Emilio Isgrò. Nella stessa sezione anche le carte immaginarie del video Walk Through H di Peter Greenaway, quella dell’artista sudafricano William Kentridge, ispirata a un libro dell’autore napoletano del XVIII secolo Nicolò Carletti, e le geografie etno-gastronomiche di un’installazione site specific del giovane Leone Contini.

Limiti e confini di materia, luce e ombra sono oggetto di un gruppo di importanti opere storiche, tra cui figurano l’estroflessione di Enrico Castellani, il monocromo dell’Achrome di Piero Manzoni e le amplificazioni spaziali e percettive di Lucio Fontana, cui si abbinano anche l’elaborazione plastica a base di poesia e tecnologia di Vittorio Corsini e la conversione artistica di materiali come il ferro e il cemento di Giuseppe Uncini. Il giovane artista egiziano Wael Shawky, già protagonista alla Biennale di Istanbul e al Castello di Rivoli, espone alcune opere rappresentative del confronto fra identità etnico-religiosa e globalizzazione.

Il tema del corpo come geografia dello scontro e supporto artistico è analizzato attraverso le opere di alcune delle principali esponenti dell’arte internazionale quali Marina Abramovic, Orlan e Marisa Merz. A loro si affiancano artisti storici come Gino De Dominicis e Luigi Ontani, l’inglese Marc Quinn, l’altoatesino Aron Demetz e lo spagnolo Santiago Sierra.

Nella sezione dedicata al concetto di sublime (parola che deriva dal latino sublimen, “ciò che è al limite”), troviamo un’installazione video di Guido van der Werve e un video del cileno Enrique Ramirez, presente anche nella mostra centrale della Biennale di Venezia “Viva Arte Viva”, attualmente in corso.

L’idea della frontiera che separa il linguaggio dalla rappresentazione ha ampio spazio, con opere storiche di Giulio Paolini e Joseph Kosuth, accostate all’installazione creata appositamente per l’occasione da Michelangelo Consani. I permeabili confini della memoria e il potere della lettura e dell’esperienza sono il tema della video-intervista a Umberto Eco realizzata dal regista Davide Ferrario. Intangibile ma non per questo meno importante è la questione dell’utopia, con la sua geografia del desiderio, affrontata nel video di Richard Serra. In questo mondo immaginario trovano spazio anche la maniacale ricostruzione di mappe mentali e narrative, operata da Mario Fallini trascrivendo per intero in forma plastica Il Milione di Marco Polo e un prezioso nucleo di fotografie storiche provenienti dagli Archivi Alinari.

SULLE MURA – FRONTIERE D’ARTE
Le mura di Lucca ospitano i lavori di cinque artisti accomunati dalla volontà di raccogliere l’eredità del passato e dall’attrazione per la secolare perizia artigianale dei laboratori di Pietrasanta, dove sono state realizzate tutte le opere.

Porta Elisa, voluta da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e principessa di Lucca, e da lei inaugurata nel 1811, è sormontata dagli angeli in bronzo dell’artista polacco Igor Mitoraj, provenienti del parco archeologico di Pompei. Sono opere che simboleggiano perfettamente il dialogo fra antichità classica e linguaggi artistici contemporanei, alludendo alla linea di confine simbolica tra difesa e accoglienza.

Un monumentale cavallo in bronzo e basalto, accompagnato da un drappello di quindici cavalli in resina realizzati dall’artista messicano Gustavo Aceves, campeggia nel baluardo di San Donato, al culmine del decumano massimo. Fanno parte di una complessa e articolata installazione che è esposta in un tour mondiale, ospitata, prima di arrivare qui, di fronte alla Porta di Brandeburgo a Berlino e a Roma (Mercati di Traiano, Fori Imperiali e Arco di Costantino), e che sarà poi a Parigi, ad Atene e a Pechino, per concludere il giro nel 2019 a Città del Messico.

L’artista russo Alexey Morosov presenta due opere plastiche, parte dell’installazione Pontifex Maximus, da poco esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e al Museo d’Arte Moderna di Mosca. Alludono al ponte gettato fra storia e contemporaneità, fra oriente e occidente, recuperando iconografie classiche romane.

Le due sculture in bronzo dell’artista greca Sophia Vari, circondate dai resti del torrione cinquecentesco, creano una dialettica fra i confini dell’identità maschile e femminile, secondo forme astratte che rimandano alla policromia della scultura ellenista.

L’opera monumentale proteiforme in bronzo dell’artista giapponese Kan Yasuda troneggia sul baluardo di San Colombano e rappresenta l’approccio orientale alle forme plastiche, ricco di ritualità.

DISSEMINAZIONI – L’ARTE CONTEMPORANEA IN CITTÀ
Il percorso artistico si snoda attraverso alcuni dei luoghi simbolo del centro storico. Dalla centrale piazza San Martino, dove il visitatore è accolto da un “offertorio” in bronzo policromo di Mimmo Paladino, passando per piazza San Michele, in cui campeggiano due sculture di Sandro Chia e un’opera di grandi dimensioni di Roberto Barni, si arriva al giardino di Palazzo Orsetti, dove sono collocate le opere del tedesco Markus Lüpertz e dell’italiano Roberto Fanari.

La forma ellittica di piazza dell’Anfiteatro, che conserva fedelmente la memoria dell’impronta romana della città, oltre a mostrare la ricostruzione geometrica dell’invaso fatta nell’Ottocento dall’architetto Lorenzo Nottolini, accoglie una scultura monumentale di Igor Mitoraj, Tindaro, che dialoga con lo spazio teatrale del sito.

Per meglio comprendere la relazione fra opere d’arte e l’identità dei luoghi che le ospitano, oltre ai pannelli che le accompagnano e ai dépliant illustrativi distribuiti nei vari punti di accoglienza, è stata creata un’applicazione attivabile su tutti gli smartphone e tablet, scaricabile gratuitamente. L’applicazione, oltre a guidare e geolocalizzare tutti i luoghi espositivi, fornisce notizie artistiche e storiche, informazioni utili alla visita e indicazioni sui parcheggi.

La mostra Il passo sospeso. Espolorazioni del limite è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/inglese, pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, con testi di Paolo Bolpagni, Alessandro Romanini, Gilberto Bedini e Giorgio Fogazzi (prezzo di copertina 20 euro, in mostra a 15 euro).

Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto 3, Lucca
info@fondazioneragghianti.it – www.fondazioneragghianti.it
Tel. +39 0583 467205
Orari: dal martedì alla domenica dalle 16 alle 23, lunedì chiuso
Ingresso libero

I file informativi e le foto di una selezione delle opere in mostra possono essere scaricate dal sito:
http://www.fondazioneragghianti.it AREA STAMPA  Password: ragghianti2017

Ufficio Stampa
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