Jhumpa Lahiri vince il Premio Vallombrosa Gregor von Rezzori

PREMIO INTERNAZIONALE VALLOMBROSA
GREGOR VON REZZORI
III edizione, 21-23 maggio 2009

Jhumpa Lahiri con Una nuova terra (Guanda) vince la terza edizione del Premio internazionale Vallombrosa Gregor von Rezzori per la miglior opera di narrativa straniera.

La scrittrice, di origini indiane, è stata premiata da Ernesto Ferrero, presidente della giuria (composta inoltre da Bruno Arpaia, Giorgio Ficara, Luigi Forte, Livia Manera e Alberto Manguel), e da Beatrice Monti della Corte von Rezzori, presidente della Santa Maddalena Foundation, nel corso di una cerimonia nell’Abbazia di Vallombrosa (Firenze). Jhumpa Lahiri vince, oltre al premio, una Fellowship (soggiorno di lavoro) presso la Santa Maddalena Foundation.

Questa la motivazione con cui la giuria le ha assegnato il Premio:

“Una nuova terra di Jhumpa Lahiri è la delicatissima traduzione narrativa d’un grave, attuale interrogativo: come rimanere se stessi, ma anche come cambiare, da un mondo all’altro, dall’India ancestrale alla East Coast o a Seattle, per esempio. Come poter migrare, apprendere alla lingua della differenza e continuarsi altrove, nel dono di sé.
Mai come oggi i nostri figli nascono altrove – è l’epigrafe che l’Autrice ha scelto da Hawthorne – e forse altrove, in una nuova terra, i loro figli affonderanno le radici. Gli otto racconti che compongono il volume di Jhumpa Lahiri sono altrettanti, acutissimi studi narrativi su questa mobilità dello sguardo del migrante, poi dell’emigrato, sul mondo che lo accoglie, nonché sui suoi assidui tremori, malinconie e nere cortine calate all’improvviso sulle cose stesse.
A volte, come gli ambasciatori a Parigi delle Lettres persanes di Montesquieu, questi indiani, questi bengalesi, intendono l’Occidente – le sue soluzioni, le sue involuzioni- in modo assolutamente originale: la loro stessa sensibilità, acuita dallo spaesamento, diventa infallibile percezione, o meglio logica, distinzione di vero e falso: ciò che all’Occidente stesso, solo, in sé, di giorno in giorno sempre più risulta sfuggente.”

Jhumpa Lahiri, nata Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti, sin dalla sua prima raccolta di racconti L’interprete dei malanni ha immediatamente colpito l’attenzione della critica ottenendo il Premio Pulitzer nel 2000. L’omonimo, suo primo romanzo apparso nel 2003, è stato varie settimane nella “bestseller list” del New York Times. Ha ricevuto anche il PEN/Hemingway Award, l’O. Henry Award, il New Yorker’s Best Debut of the Year Award. Vive attualmente a New York. Dal suo libro The Namesake, Mira Nair ha tratto il film Il destino nel nome, uscito in Italia nel 2007.

Una nuova terra raccoglie in otto lunghi racconti storie di esilio e di perdita, di amore deluso o negato, di maternità e conflitti famigliari. Al centro, le gioie e i drammi quotidiani di giovani immigrati di origine indiana, il loro senso di non appartenenza, le loro vite divise tra due paesi e due culture, tra la nuova libertà e il radicamento nella tradizione.

Gli altri finalisti in competizione con Jhumpa Lahiri erano David Albahari, L’Esca (Zandonai), Deborah Eisenberg, Il crepuscolo dei supereroi (Alet), Andrew Sean Greer, La storia di un matrimonio (Adelphi), e Ingo Schulze, Bolero berlinese (Feltrinelli).

La giuria del premio per la miglior traduzione in italiano di un’opera di narrativa straniera presieduta da Andrea Landolfi ha assegnato il premio, a Claudia Zonghetti per Vita e destino di Vasilij Semënovič Grossman (Adelphi).
Questa è la motivazione della giuria:
“È molto raro oggi leggere una traduzione senza avvertire mai quella che Franco Fortini chiamava la nostalgia dell’originale, la voce sommessa che richiama continuamente alla coscienza del lettore l’eco di qualcosa che nel passaggio dall’una all’altra lingua si sarebbe irrimediabilmente perduto. Nella versione di Claudia Zonghetti non vi è una sola formulazione, un solo aggettivo che non siano giusti e necessari, che non arrivino al fondo oscuro del significato, quello che va anche al di là delle parole che lo dicono. Noi crediamo che Vasilij Grossman e il suo universo dolente e grandioso abbiano trovato, qui in Italia, una voce degna di loro.”

Nato grazie all’iniziativa della Provincia di Firenze, che raccogliendo l’eredità di un antico premio toscano lo ha sostenuto e inserito nel programma del Genio Fiorentino, il Premio Vallombrosa Gregor von Rezzori ha come obiettivo la promozione in Italia dei migliori talenti della letteratura contemporanea straniera, in collaborazione con Beatrice Monti della Corte von Rezzori, presidente della Santa Maddalena Foundation. La manifestazione è realizzata anche grazie al contributo del Consorzio dell’Istituto Italiano di Scienze Umane e dell’Apt di Firenze.

Ufficio Stampa:
Davis & Franceschini – Alba Donati +39 335 5250734
Isabella Di Nolfo +39 335 5225677
Sandra Salvato +39 339 7885021
Tel. +39 055 2347273 – davis.franceschini@dada.itwww.davisefranceschini.it

Per la Stampa

Per la cartella stampa completa di immagini scrivere a info@davisandco.it