Le aste di giugno da Pandolfini

Casa d’Aste Pandolfini
Firenze, Palazzo Ramirez-Montalvo

Martedì 14 giugno 2011
ore 15 e ore 17

Design
Arte Moderna e Contemporanea

Mercoledì 15 giugno 2011
ore 15 e ore 17
Arte Orientale
Reperti Archeologici

Esposizione:
Firenze, Borgo degli Albizi 26
Da venerdì 10 a lunedì 13 giugno
Orario: 10 – 13 e 14 – 19

Nel mese di giugno la Casa d’Aste Pandolfini di Firenze propone due importanti appuntamenti. Il 14 è la volta del Design e dell’Arte Moderna e Contemporanea con un super top lot, un Concetto Spaziale (forma) di Lucio Fontana, olio, squarcio e grafiti su tela (verde) del 1963, firmato e titolato sul retro, stima 350.000/450.000 euro. Il 15 invece, in due diverse sessioni, toccherà all’Arte Orientale e ai Reperti Archeologici.

Esposizione da venerdì 10 a lunedì 13 giugno a Firenze, in borgo degli Albizi 26. La vendita sarà il 14 giugno, alle 15 per il design e alle 17 per l’Arte Moderna e Contemporanea e mercoledì 15 giugno, alle 15 per l’Arte Orientale e alle 17 per i Reperti Archeologici.

DESIGN E ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

L’asta di Design propone un’eccezionale collezione di ben 160 lotti della Danese. Fondata nel 1957 da Bruno Danese e dalla sua compagna svizzera Jacqueline Vodoz, l’impresa è considerata uno dei casi più sofisiticati e visionari del design italiano, che sino ai primi anni Novanta ha creato oggetti che univano arte, tecnica, artigianato e grafica.
In un periodo in cui il design parlava soprattutto di grandi serie, i Danese affrontarono una ricerca per piccole o medie serie, creando oggetti per l’ufficio e per la casa, edizioni d’arte e giochi per bambini, tutti con una linea senza tempo e lontana dalle mode, avvalendosi del contributo di pochissimi progettisti con i quali lavoravano in un rapporto di assoluta simbiosi. Bruno Munari ed Enzo Mari furono, insieme ai fondatori dell’impresa, i principali creativi della Danese, ma tra gli altri si devono ricordare almeno Franco Meneguzzo, Angelo Mangiarotti, Kuno Prey e Marco Ferreri. Il risultato è una produzione che da un lato trova le sue radici nella cultura artigianale e industriale italiana, dall’altro è aperta ai rapporti con la ricerca artistica astratto-visuale dell’arte europea con la quale i Danese sono in stretto contatto (Francia, Svizzera, Olanda, Germania) anche come promotori delle prime Edizioni Mat.
La ricerca sulle proprietà espressive dei nuovi materiali (plastiche, feltri, resine, lamiere di alluminio) del tutto inusuali al mondo del design dell’epoca, il livello di approfondimento tecnico e progettuale, accanto alla cultura della comunicazione di impresa, ne faranno un laboratorio sperimentale unico fino all’uscita di scena dei Danese nel 1992, con il passaggio alla Strafor/Facom.
La collezione di cui andranno all’asta 160 lotti comprende gli oggetti fuori produzione di circa trent’anni di media serie (stime 300-800 euro), come le ceramiche “selvagge” e informali del primissimo periodo di Danese con Meneguzzo, all’epoca della fondazione della società Dem nel 1955-57 (stime 500-1800 euro), le edizioni d’arte a piccole tirature di Bruno Munari (stime 400-4000 euro), i prodotti del primo periodo progettuale di Enzo Mari come i  contenitori in ferri saldati del periodo 1957-60 (stime 3000-4000 euro), le strutture primarie in resina del 1958-60 (stime 1000-2000 euro), i pezzi per la lavorazione artigianale della porcellana del 1973 (stime 1500-2000 euro) e le edizioni per bambini (stime 400-1200 euro).

Sempre per il Design andranno all’incanto altri 70 lotti,  realizzati dai maggiori designer italiani per un’abitazione privata negli anni Cinquanta. Tra le altre cose, segnaliamo una parete attrezzata con armadio di Gio Ponti (stima  3.500-4.000 euro), 6 sedie leggere (stima 2.000-2200 euro) e una libreria con divano (stima 2.800-3.000 euro) sempre  di Gio Ponti. Bellissima anche una sedia disegnata da Gio Ponti in collaborazione con Fornasetti (stima 5.500-6500 euro) e la testiera di letto “La Bocca della Verità”  di Ceroli (stima  3.800-4.000 euro).

Lo stesso giorno andranno all’incanto circa cento lotti d’Arte Moderna e Contemporanea, tra i quali segnaliamo, oltre al Concetto Spaziale (forma) di Lucio Fontana, del 1963, opere di autori italiani come Mimmo Paladino, Fausto Melotti, Mario Sironi, Getulio Alviani e Gerardo Dottori. Tra gli altri lotti, bellissima una scultura in bronzo di Henry Moore, la maternità Mother and child del 1956, alta 17 centimetri (stima 30-35.000 euro).

REPERTI ARCHEOLOGICI E ARTE ORIENTALE

L’asta dei Reperti Archeologici quest’anno comprende oltre centotrenta lotti, che coprono uno spazio temporale dalla preistoria fino al periodo bizantino. Tra gli oggetti egiziani di maggior pregio, segnaliamo una rara cassetta per ushabti in legno stuccato e dipinto, con le figure dei figli di Horus, mentre una selezione di ceramiche in bucchero costituisce il nucleo principale della sezione etrusca. Molto ben rappresentata è la pittura vascolare apula di IV e III secolo avanti Cristo, con notevoli esemplari di crateri e vasi da mensa fra i quali spicca un eccezionale cratere a volute, alto oltre 60 cm, con la raffigurazione del mito di Dirce ed un curioso piatto da pesce tarantino con la realistica raffigurazione di tre pesci in atto di nuotare. Per gli appassionati, viene presentata un’importante collezione di oggetti attici ed etruschi composta da centonove reperti fra i quali segnaliamo i vasi etrusco corinzi attribuiti al Ciclo dei Rosoni, al Ciclo degli Uccelli ed a quello dei Galli affrontati, assieme ad un rarissimo braciere ceretano decorato a stampo in perfetto stato di conservazione. Un gruppo di gemme intagliate di epoca romana non mancherà di attirare l’attenzione di signore e gioiellieri. Tra le altre rarità una preziosa coppa in vetro mosaico di produzione orientale giunta fino a noi integra testimonia l’abilità delle antiche manifatture asiatiche. Tra i marmi scolpiti emerge una replica di epoca romana dell’Amazzone ferita di Policleto che ancora, a duemilacinquecento anni di distanza, rievoca il concorso scultoreo per il tempio di Efeso. Infine arrivando al periodo bizantino, una rarissima placchetta in oro e smalti cloisonné di produzione georgiana raffigurante la Crocifissione fra la Madonna e San Giovanni si pone come confine fra il mondo pagano e quello cristiano.

Nella sessione di Arte Orientale, infine, andranno all’incanto circa 180 lotti, tra i quali segnaliamo un interessante nucleo di avori provenienti da una collezione privata, che spazia dai piccoli oggetti come i netsuke,  alle grandi zanne intagliate,  molte le porcellane in catalogo e presenti anche piccoli intagli in giada, in cristallo di rocca e corallo,  presenti anche le snuff bottles  e un piccolo nucleo di bronzi di area indiana.

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